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Eracle e le vacche di Gerione

Come decima impresa, Euristeo ordinò al fratello di portargli le vacche che il mostro Gerione, un uomo dai tre corpi, custodiva nell’isola di Erizia (l’attuale Cadice). Gli animali, che avevano un manto rossastro, erano accuditi dal bovaro Eurizione ed erano sorvegliate da Orto, un cane a due teste. Eracle percorse tutta la Libia e, dopo essere passato in Europa, collocò a memoria del suo passaggio due colonne, una di fronte all’altra. Giunto a Cadice, uccise prima Orto, colpendolo con la clava, e poi Eurizione, che era accorso in aiuto del cane. Eracle prese le vacche e le portò presso il fiume Antemone, dove si scontrò con Gerione, che aveva saputo del furto della sua mandria. Ma la morte di Gerione, trafitto da una freccia, non pose fine alla fatica di Eracle: giunto in Liguria, dovette difendere la mandria dal tentativo di furto perpetrato da due figli di Poseidone; a Reggio Calabria, un toro scappò e nuotò fino alla Sicilia, tanto che per riprenderlo Eracle dovette affrontare Erice, un altro figlio di Poseidone; in Tracia alcune vacche, punte da un tafano mandato dalla dea Era, si dispersero e diventarono selvatiche. Quando finalmente Eracle riuscì a consegnare il resto della mandria al fratello Euristeo, questi le offrì in sacrificio a Era1.

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