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Depravazione di Ostio Quadra

Ostio Quadra aveva fatto della sua perversione uno spettacolo da palcoscenico. Ugualmente bramoso sia di uomini sia di donne, teneva in camera da letto una miriade di specchi deformanti, in grado di riflettere immagini di gran lunga maggiori del reale. Quando si lasciava possedere da un uomo, li disponeva in modo tale da permettergli di non perdersi un solo particolare, e così ne traeva un perverso godimento. Reclutava i suoi partner nei bagni pubblici e si vantava di essere spettatore delle sue turpi sconcezze. Talvolta, in mezzo a più uomini, o diviso tra un uomo e una donna, si compiaceva dello spettacolo di quelle nefandezze1.

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Stupri in occasione dei baccanali

La diffusione dei riti in onore di Bacco preoccupa il console Postumio, che decide di svolgere delle indagini. Scopre allora che le cose erano degenerate da quando la sacerdotessa Paculla Annia aveva cambiato il rito da diurno in notturno e aveva preso a iniziare al culto anche gli uomini. In tale promiscuità, allorché i maschi erano mescolati alle femmine e il favore della notte stimolava la licenza più sfrenata, nessuna infamia era vietata. La maggior parte degli stupri erano commessi dagli uomini tra loro piuttosto che sulle donne; e se qualcuno era meno disposto a sopportare il disonore o più svogliato al delitto veniva sacrificato. Negli ultimi anni si era perfino stabilito che non fosse iniziato nessuno al di sopra dei vent’anni, poiché si riteneva che i ragazzi di quell’età fossero più disposti a tollerare lo stupro1.

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Quartilla si approfitta di Encolpio, Ascilto e Gitone

La libidinosa Quartilla ha affittato per un giorno l’intera pensione dove Encolpio, Ascilto e Gitone alloggiano, ordinando che nessuno li disturbi, desiderosa, a suo dire, di iniziarli ai riti orgiastici di Priapo. I tre sono quindi in trappola, circondati da lei e dalle sue ancelle vogliose. Preoccupato per i possibili esiti, Encolpio non riesce a proferir parola. Potrebbe urlare, ma sa che nessuno sarebbe accorso in loro aiuto. Lo conforta però il fatto di essere in compagnia. Del resto, quelle sono solo tre donnicciole, e certamente assai deboli: se mai avessero voluto tentare un qualche assalto, sarebbe stato facile avere la meglio; se la sarebbero vista contro di loro, che, se non altro, erano di sesso maschile e avevano anche il vantaggio di indossare abiti più succinti, che garantivano ampiezza di movimenti; e se mai si fosse arrivato a combattere, sarebbero stati comunque tre contro tre1.

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