La località di Teumesso, in Beozia, era infestata da una volpe mostruosa, che divorava qualunque preda e sfuggiva a qualsiasi tentativo di cattura; si trattava, infatti, di un animale magico, inviato da Dioniso per punire i Tebani. Anfitrione, divenuto re di Tebe, si impegna a debellare il mostro e a questo scopo va a chiedere aiuto al re della vicina Atene, Cefalo, che dispone di un’arma formidabile: un cane chiamato Lailaps, "Bufera". Anche questo era un animale magico, che la moglie di Cefalo, Procri, aveva ricevuto in dono da Minosse, o secondo altre versioni dalla dea Artemide: Bufera aveva la facoltà di catturare qualunque preda inseguisse. Cefalo, quindi, andò in soccorso di Anfitrione e si recò nella piana di Teumesso, dove lanciò Bufera all’inseguimento della volpe. A questo punto, però, le due bestie si trovarono imprigionate in una corsa senza sosta: la volpe non poteva essere raggiunta, ma continuava a essere inseguita dal cane che la incalzava; il cane non poteva mancare la preda, ma d’altro canto non riusciva mai a raggiungere la volpe che era imprendibile. Zeus allora intervenne, pietrificando entrambi gli animali1.