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Nascita degli Sparti

Alla vana ricerca della sorella Europa, Cadmo riceve da Apollo l’ordine di prendere come guida una vacca e fondare una città là dove questa si fosse fermata. Viene così fondata la Cadmea. Volendo sacrificare la vacca ad Atena, l’eroe invia alcuni suoi compagni ad attingere acqua alla fonte di Ares, ma la maggior parte di costoro è sterminata da un serpente posto a custodia del luogo. Cadmo, adirato, uccide a sua volta l’animale e su consiglio di Atena o di Ares semina i denti serpentini. Da questi spuntano dalla terra degli uomini armati, gli Sparti, che iniziano a combattere tra loro e si uccidono a vicenda. Allo scontro sopravvivono cinque Sparti, dai quali discendono le principali famiglie dell’aristocrazia tebana1.

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Anfione e Zeto fondano le mura di Tebe

Quando Nitteo di Tebe viene a sapere della gravidanza della figlia Antiope la caccia da Tebe e alla donna non rimane che rifugiarsi presso lo zio Lico e sua moglie Dirce. Lico però dà ordine di esporre i due gemelli Anfione e Zeto sul monte Citerone, prendendo poi a trattare Antiope come una schiava. I neonati vengono trovati da un pastore, che li alleva nella sua capanna. Zeto cresce dedicandosi alle attività manuali, mentre Anfione si specializza nella musica. La situazione cambia quando Antiope riesce a liberarsi dalla prigione in cui è rinchiusa e a ricongiungersi con i figli. I due la riconoscono e decidono immediatamente di vendicarla: è così che uccidono Lico e condannano sua moglie Dirce a essere trascinata viva da un toro fino a essere dilaniata. A questo punto, i due gemelli si insediano sul trono di Tebe al posto del prozio e si danno all’ampliamento della città. Anfione, da solo o con l’aiuto di Zeto, aggiunge al nucleo originario della Cadmea, opera di Cadmo, tutta la parte bassa e la cinta muraria, caratterizzata da sette varchi di accesso1.

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