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Le Moire e la tessitura

Di Achille la dea Era dice: «più tardi dovrà subire quanto Aisa ha filato per lui alla nascita, quando la madre lo partorì»1. La Ecuba iliadica, quando il cadavere di Ettore rischia di essere scempiato, afferma: «così si compie la sorte che la Moira potente filò per lui alla nascita, quando io stessa l’ho partorito»2. Alla corte dei Feaci il re Alcinoo, prefigurando il ritorno in patria di Odisseo, dice: «là allora subirà quanto Aisa e le terribili Filatrici hanno filato per lui alla nascita, quando la madre lo partorì»3.

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Odisseo e le lacrime della memoria

Odisseo si trova nell’isola di Ogigia, presso la Ninfa Calipso, che ne vorrebbe fare il suo sposo. Odisseo versa calde lacrime ripensando alla sua patria, alla moglie lontana, al figlio. Nonostante l’offerta di Calipso di donargli l’immortalità, ogni mattina l’eroe abbandona il letto della Ninfa e cerca la solitudine per dare sfogo al pianto1. Più tardi, naufragato nell’isola dei Feaci, durante un banchetto a corte Odisseo piange ascoltando l’aedo Demodoco che narra la contesa con Achille e la presa di Troia, e si copre il capo col mantello per nascondere le lacrime2. Menelao si dispera e non è mai pago di lacrime, quando viene rievocata l’uccisione del fratello Agamennone3; quest’ultimo piange persino nell’Ade, quando racconta a Odisseo la trama ordita per la sua uccisione4.

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