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Bruto e la dea Carna

Dopo aver scacciato Tarquinio, Giunio Bruto scioglie un voto a Carna, la dea che sovrintende agli organi vitali degli esseri umani. È a lei che si chiede di mantenere in salute il fegato, il cuore e i visceri che si trovano all’interno del corpo. Bruto si era dimostrato idoneo a modificare la forma di governo grazie al suo cuore e alla capacità di dissimularne il valore fingendosi sciocco e per questo motivo fa erigere un tempio in onore di Carna. Alla dea si offrono farinata di fave e lardo, poiché soprattutto con questi cibi si rinvigoriscono le forze del corpo1.

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Bruto sostituisce il sacrificio umano con teste simboliche

Quando Tarquinio il Superbo ristabilisce le feste in onore dei Lari e di Mania, poiché l’oracolo di Apollo prescrive di sacrificare teste in cambio di teste, si avvia l’usanza di immolare dei bambini a Mania, madre dei Lari, per la salvezza dei familiari. Dopo la cacciata di Tarquinio, il console Giunio Bruto muta la tradizione e ordina che il sacrificio si compia mediante teste d’aglio e di papavero: così la richiesta di Apollo può essere soddisfatta sul piano nominale, evitando di fatto l’empietà di un sacrificio umano. Per scongiurare i pericoli, le famiglie appendono alle porte immagini consacrate a Mania durante le feste dei Compitalia1.

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