Plutarco dapprima riporta l’opinione dei più sul significato della prua di nave sulle monete, che rimanderebbe al mito di Saturno, giunto nel Latium per l’appunto in nave al fine di nascondersi (latere, in latino) dopo la sua cacciata dal Tartaro. Plutarco liquida velocemente tale opinione proponendo invece una spiegazione politico-economica delle due immagini presenti sulla moneta in questione. Se l’effigie di Giano rimanderebbe al fatto che a tale dio/re sarebbe da ascrivere un miglioramento delle condizioni sociali e politiche delle comunità del Lazio primitivo, quella della nave starebbe a indicare che, grazie alla navigazione sul Tevere, sarebbero giunti a Roma beni e derrate di ogni genere, portando ricchezze, scambi con altri popoli e prosperità.