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Miti

Mostri infernali nell'Eneide

Dopo avere superato i mostri personificati, Enea, portando lo sguardo al centro del vestibolo, intravede un olmo immenso e scuro, dove si dice che abitino, a torme, i Sogni fallaci che danno suggerimenti ingannevoli ai mortali. Subito dietro l’olmo, c’è una ridda di creature orribili che presidiano minacciosamente le porte della reggia: i Centauri, le Scille biformi, Briareo dalle cento braccia, l’idra di Lerna, la Chimera, le Gorgoni e le Arpie e infine un mostro tricorpore cui non si assegna nome, ma che tutti sanno essere Gerione. Preso dal terrore, l’eroe sguaina la spada per difendersi dai mostri, ma la Sibilla lo informa che è inutile: si tratta solo di fantasmi incorporei che il ferro non potrebbe neanche colpire1.

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L’Idra di Lerna e la palude

La seconda fatica di Eracle è quella di uccidere l’Idra di Lerna, un essere con un corpo enorme e nove teste, di cui otto mortali e una, quella centrale, immortale. Il mostro si allontanava dalla palude e si avventurava nella pianura distruggendo i campi e uccidendo il bestiame. Eracle giunge a Lerna insieme con Iolao e trova l’Idra presso le sorgenti di Amimone, dove era la sua tana. La costringe a uscire colpendola con frecce infuocate, la afferra saldamente e inizia a troncare le sue teste con la clava. Ma, per ogni testa mozzata, ne nascevano altre due. L’eroe chiama in soccorso Iolao; questi brucia con alcuni tizzoni le radici delle teste dell’Idra, che in questo modo non possono più ricrescere. Alla fine, Eracle taglia il capo immortale, lo seppellisce lungo la strada che da Lerna porta a Eleonte, collocandovi sopra un grosso macigno, e immerge le sue frecce nel sangue del mostro1.

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Le Danaidi e il ritorno dell’acqua in Argolide

Da Io, figlia di Inaco, la fanciulla amata da Zeus che, trasformata in giovenca, fu costretta ad allontanarsi dall’Argolide e a errare per il mondo perseguitata da Era, nasce Epafo, da cui discende alla terza generazione Danao. Egli fa ritorno in Grecia per evitare alle figlie il matrimonio non gradito con i figli di Egitto, suo fratello; e sono appunto le Danaidi, insieme con Poseidone, a riportare l’acqua in Argolide1. Dopo che Danao giunge insieme con le sue figlie ad Argo, infatti, le manda a cercare acqua, poiché il paese ne era privo a causa dell’ira di Poseidone. Durante la ricerca Amimone, una delle Danaidi, scaglia una freccia contro un cerbiatto, ma colpisce invece un Satiro addormentato. Quando questi, svegliatosi, tenta di violentarla appare Poseidone, che si unisce alla fanciulla e le rivela il luogo dove si trovano le sorgenti di Lerna2. In altre versioni del mito, Amimone semplicemente si addormenta, stanca per il lungo vagabondare, ed è allora che un Satiro le si avvicina con l’intenzione di violentarla3, oppure Poseidone scaglia a terra il tridente per colpire il Satiro e in quel punto sgorga una triplice sorgente.

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