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Adone e la divisione dell’anno

Adone nasce dall’albero in cui era stata trasformata la madre Smirna, colpevole di aver nutrito una passione incestuosa nei confronti del padre e di averlo perciò sedotto, rimanendo incinta. Smirna, avendo supplicato gli dèi di porre fine alle sue pene, viene mutata in mirra, ma porta ugualmente a termine la sua gravidanza: dalla sua corteccia esce un fanciullo meraviglioso, che Afrodite, artefice dell’incesto di Smirna, decide di accudire. Forse abbagliata da tanta bellezza, Afrodite nasconde il fanciullo in una cesta e lo affida alle cure di Persefone, che però, incuriosita, apre la cesta e rimane sedotta dal fanciullo, rifiutandosi di restituirlo ad Afrodite. Zeus allora interviene per dirimere il dissidio: l’anno sarebbe stato diviso in tre parti e Adone avrebbe vissuto per un terzo con Afrodite, per un terzo con Persefone e per un terzo ovunque avesse voluto, libero di scegliere per sé. Ma Adone, una volta cresciuto e sedotto a sua volta da Afrodite, finì per passare anche il terzo dell’anno a sua disposizione in compagnia della dea1. Secondo un’altra versione Zeus, interpellato da Afrodite e Persefone, demanda l’onere di giudicare quale dea avrebbe potuto godere della compagnia di Adone alla Musa Calliope, la quale decreta che il giovane trascorra una metà dell’anno con Afrodite, l’altra metà con Persefone2.

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Edipo e la Sfinge: l’enigma dell’uomo

Per punire i Tebani, la dea Era, moglie di Zeus, aveva mandato un essere mostruoso, la Sfinge, che aveva la testa di una donna, le ali di un uccello, il corpo e le zampe di un leone. A tutti i Tebani che cercavano di entrare nella loro città, il mostro sottoponeva un enigma: «Sulla terra c’è un essere che ha due, tre e quattro piedi; la sua voce è una sola. Di tutti gli esseri viventi che camminano sulla terra, volano nel cielo o nuotano nel mare, è il solo che cambia il suo aspetto. Quando, per camminare più velocemente, si muove su un numero maggiore di piedi, la forza delle sue gambe è più scarsa»1. Chi non rispondeva correttamente, veniva divorato dalla Sfinge. A risolvere l’enigma fu un uomo, Edipo, che diede al mostro la risposta giusta: «O Musa dei morti dalle ali malvagie, ascolta la voce che ti svela l’enigma. L’essere di cui parli è l’uomo: quando si muove camminando a quattro zampe, è un bimbo appena uscito dal ventre della madre che non sa ancora parlare; quando si appoggia su un bastone che gli fa da terzo piede, è un vecchio reso curvo dall’età, con la testa che gli pesa sulle spalle» (scolio a Euripide,

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