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Mostri infernali nell'Eneide: le personificazioni

Assieme alla Sibilla, Enea è sceso da poco, attraverso una fenditura della roccia, nell’oltretomba. Ogni cosa è ammantata da una densa oscurità. Sul vestibolo dell’Orco, creature orrende si presentano agli occhi dell’eroe: Pianto, Affanni, Morbi, Vecchiaia, Paura, Fame, Miseria, Morte, Dolore, Sonno, Piaceri malvagi, Guerra, le Eumenidi e infine la folle Discordia che ha serpenti al posto dei capelli cinti da una benda intrisa di sangue1.

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La cecità di Trasillo

Quando Carite scoprì che Trasillo, pur di averla, aveva ucciso suo marito Tlepolemo, decise di vendicarsi. Finse di cedere al corteggiamento del giovane, ma gli chiese un po’di tempo prima di sposarlo, per onorare il lutto e, nel frattempo, gli propose degli incontri clandestini. Trasillo non stava più nella pelle. Andò all’appuntamento, ma al posto di Carite trovò una balia che gli diede da bere del sonnifero misto a vino. L’uomo si addormentò e Carite fece il suo ingresso: «Dormi pure. Questi occhi sono l’auspicio delle tenebre future e anticipano le pene in arrivo per te. Non morirai. Resterai vivo, ma moriranno i tuoi occhi e non vedrai la luce né altro, se non dormendo. Avrai bisogno della mano di un accompagnatore e come un’ombra incerta vagherai tra l’oscurità dell’Orco e la luce del sole. A lungo cercherai la destra che ha assalito le tue pupille, ma non saprai con chi prendertela. Riscuotiti dalle tenebre del sonno e svegliati per accedere a un’altra oscurità». Così, con uno spillone per capelli gli perforò gli occhi lasciandolo completamente accecato1.

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