Per gli Argonauti, il viaggio di ritorno dalla Colchide, dove sono riusciti a conquistare il vello d’oro del re Eeta, non è meno tortuoso di quello d’andata. Quando la loro nave salpa da Corcira, una tempesta la spinge sulle coste libiche, costringendo l’equipaggio a trasportarla a spalla fino al lago Tritonio. Da qui, gli eroi cercano uno sbocco sul mare per riprendere la rotta smarrita: Giasone dona allora un tripode al dio del luogo, Tritone, in cambio delle informazioni per uscire dal lago. In tal modo, fra gli Argonauti e la zona dove sarebbe sorta poi Cirene si instaura una contiguità geografica e un cogente vincolo di ospitalità. Secondo la versione di Pindaro, invece, Tritone era apparso agli Argonauti in sembianze umane e aveva offerto loro ospitalità; gli eroi rifiutarono, spinti dalla fretta di partire, e al momento del congedo il dio consegnò loro l’unico oggetto a sua disposizione: una zolla di terra, presa in consegna da Eufamo, mal custodita dalle guardie cui pure Medea l’aveva affidata con molte raccomandazioni e caduta infine in mare nei pressi di Tera, punto di partenza della spedizione volta a fondare Cirene.