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Enea salva Anchise

Dopo la presa di Troia, Enea rimane a combattere in città, occupando la rocca e organizzando l’ultima resistenza contro gli invasori. Gli Achei, colpiti da tanto coraggio, propongono una tregua ai Troiani, concedendo loro di portar via i propri beni. Mentre tutti sono intenti a mettere in salvo oro, argento e altri oggetti preziosi, Enea si carica sulle spalle l’anziano padre: è questo l’unico bene che il giovane sceglie di salvaguardare. L’eroe si guadagna così l’ammirazione degli Achei, che gli concedono di portar via qualche altro bene dalla sua casa. Ed ecco che il giovane sorprende nuovamente tutti scegliendo gli dèi protettori della patria. Per tale merito gli viene concesso di lasciare la Troade con i superstiti per dirigersi dovunque voglia1.

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Frecce avvelenate, ferite e guarigione

Il Centauro Chirone viene ferito accidentalmente da una freccia avvelenata di Eracle; la ferita gli provoca una terribile piaga, destinata a non terminare mai, a causa dell’immortalità del Centauro. Alla fine, sarà Prometeo a offrirgli la propria mortalità, concedendogli il riposo dai suoi mali1. Telefo, figlio di Eracle, viene ferito in Misia durante uno scontro con Achille. Trascorsi otto anni, gli Achei ancora non riescono a trovare il modo di raggiungere la Troade. Telefo, dal canto suo, ben conosceva il giusto percorso. Informato dall’oracolo di Apollo che la sua guarigione sarebbe avvenuta per mano di colui che lo aveva ferito, egli si offre come guida per la Troade in cambio di cure. Achille, messo al corrente del responso oracolare, acconsente alla guarigione di Telefo applicando sulla ferita la ruggine della sua lancia, ed egli mantiene poi la sua promessa, conducendo i Greci nella Troade2.

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