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Miti

Nascita di Silvio

Ascanio, figlio di Enea, fondò sulle falde del monte Albano la città di Alba Longa. Il regno toccò poi al figlio Silvio, il cui nome si doveva al fatto di essere nato casualmente nei boschi (silvae). Secondo una variante del mito, dopo la morte di Enea, Lavinia fu presa dal timore che Ascanio volesse estromettere il figlio di Enea, del quale era incinta; cercò allora rifugio presso Tirreno, un guardiano di porci, e questi la nascose in una capanna situata nel mezzo di una fitta boscaglia. Quando il bambino venne alla luce, Tirreno lo allevò e gli diede il nome di Silvio, per il fatto che era nato nella selva1. L’appellativo di "Silvio" fu portato da quel momento da tutti i re di Alba Longa.

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Enea e Giove sul Campidoglio

Enea fa visita a Evandro, il re Arcade che ha edificato la città di Pallantium sul luogo in cui un giorno sorgerà Roma. L’ospite mostra all’eroe troiano alcuni luoghi destinati ad assumere grande rilevanza nella futura topografia della Città: il bosco che ospiterà l’asylum, la grotta del Lupercale, l’Argileto, e così via. Quando i due giungono di fronte a Campidoglio, che all’epoca è ancora e soltanto un colle coperto di selve, viene spiegato che quel luogo è avvolto da una dira religio (un inquietante timore religioso) e che i contadini ne sono spaventati: sul colle abita un dio, dice Evandro, non si sa chi sia, ma gli Arcadi credono di aver visto lassù Giove (Iuppiter) mentre agita la nera egida e scuote le nubi con la destra1.

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Odio di Ascanio per il fratello

Alla morte dell’eroe, quando il regno di Lavinio passa nelle mani di Ascanio, la matrigna di quest’ultimo, Lavinia, lasciata gravida dal marito, teme per l’incolumità del nascituro e decide di allontanarsi dalla città; il bambino viene partorito dunque nelle selve e proprio per questo riceve il nome di Silvius, il “figlio del bosco”, che lascia poi in eredità ai suoi successori1. Una variante a tinte più forti vuole che la persecuzione da parte di Ascanio non fosse solo un timore, ma una spiacevole realtà, alla quale Lavinia si sottrasse abbandonando la città di Alba2. L’ostilità di Ascanio si spiega alla luce della tradizionale inimicizia fra matrigna e figliastro, ma dipende soprattutto da ragioni politiche, legate al timore per la nascita di un potenziale rivale al trono.

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