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Della morte di Romolo esistono due versioni. Quella meno diffusa1mette in risalto l’aspetto tirannico del fondatore di Roma. Si racconta infatti che Romolo aveva accentrato nelle sue mani sempre più potere e questo lo aveva reso inviso agli altri patres, cioè agli altri senatori romani con i quali si consultava durante il suo regno. Questi, volendo mettere fine al suo potere spropositato, lo avevano ucciso durante un’assemblea e, per nascondere il delitto, avevano spezzato il suo corpo, di cui ogni senatore aveva portato via un pezzo nascosto sotto la sua toga.

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I figli di Urano

Gaia e Urano si uniscono in un amplesso permanente, ma Urano ha in odio i figli sin dall’inizio, li respinge nel ventre di Gaia, la Terra, e non permette loro di venire alla luce. Crono, l’ultimo nato, riesce a salvare i fratelli con l’aiuto della madre, che lo arma di una falce: con essa Crono evira il padre, sorprendendolo nel momento in cui si stende su Gaia1.

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Odio di Ascanio per il fratello

Alla morte dell’eroe, quando il regno di Lavinio passa nelle mani di Ascanio, la matrigna di quest’ultimo, Lavinia, lasciata gravida dal marito, teme per l’incolumità del nascituro e decide di allontanarsi dalla città; il bambino viene partorito dunque nelle selve e proprio per questo riceve il nome di Silvius, il “figlio del bosco”, che lascia poi in eredità ai suoi successori1. Una variante a tinte più forti vuole che la persecuzione da parte di Ascanio non fosse solo un timore, ma una spiacevole realtà, alla quale Lavinia si sottrasse abbandonando la città di Alba2. L’ostilità di Ascanio si spiega alla luce della tradizionale inimicizia fra matrigna e figliastro, ma dipende soprattutto da ragioni politiche, legate al timore per la nascita di un potenziale rivale al trono.

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Ostilità tra Numitore e Amulio

I due principi Numitore e Amulio sono entrambi figli del re Proca. Secondo la variante più diffusa del racconto, Numitore eredita il regno del padre e ne viene successivamente privato con la violenza da Amulio; questi consolida poi il suo potere provvedendo a eliminare o emarginare la discendenza sia maschile che femminile del fratello1.

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