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Miti

Severità di Tito Manlio verso il figlio

La vicenda ha inizio quando Lucio Manlio, il dittatore del 363 a.C., viene denunciato dai tribuni della plebe, che gli rimproverano tra l’altro di aver imposto al figlio Tito una sorta di domicilio coatto in campagna. Alla vigilia del processo, però, proprio il giovane Tito si presenta a casa del tribuno che stava imbastendo la procedura contro il padre, quindi estrae un pugnale e costringe il magistrato a giurare che il processo a carico di Manlio non sarà celebrato. La vicenda fa rumore, ma la plebe si mostra indulgente verso il gesto di Tito, ammirando il fatto che la durezza del padre non lo avesse allontanato dalla devozione cui era tenuto nei suoi confronti1.

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Ostilità tra Numitore e Amulio

I due principi Numitore e Amulio sono entrambi figli del re Proca. Secondo la variante più diffusa del racconto, Numitore eredita il regno del padre e ne viene successivamente privato con la violenza da Amulio; questi consolida poi il suo potere provvedendo a eliminare o emarginare la discendenza sia maschile che femminile del fratello1.

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Fauno e Fauna, marito e moglie

Una diversa versione del mito faceva di Fauna non la figlia, ma la moglie del dio Fauno. Questa versione prevede una differente distribuzione dei medesimi elementi: lungi dall’essere una vergine di specchiata castità, Fauna è dedita al consumo clandestino di vino; per punirla il marito la uccide battendola con rami di mirto, salvo pentirsi successivamente della sua reazione e divinizzare la donna1. Per questo durante i riti della Bona Dea non si utilizza il mirto e il vino non viene chiamato con il suo nome.

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