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Disonorato da Agamennone, che gli ha sottratto la schiava Briseide, Achille si allontana dai compagni, se ne va sulla spiaggia e piange, guardando il mare. Tende le braccia e chiama la madre, la accusa di averlo generato a vita breve senza che Zeus gli conceda in cambio l’onore dovuto. Dalle profondità del mare Teti sente il pianto del figlio e accorre subito, gli si avvicina accarezzandolo e gli chiede perché pianga. Achille allora si lascia andare ai singhiozzi e risponde: «Perché raccontare a te che sai tutto?». Replicando alle richieste del figlio, Teti fa in modo di restaurarne l’onore, chiedendo vendetta a Zeus dell’affronto di Agamennone1.

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Il pianto di Achille per Briseide e Patroclo

Piange Achille, lontano dai compagni, solo sulla riva del mare, dopo che ha dovuto restituire ad Agamennone la schiava Briseide, il suo dono d’onore, e piangendo invoca la madre Teti. La dea emerge dagli abissi del mare e a lei l’eroe chiede di ottenere da Zeus almeno la gloria, visto che è destinato a breve vita1. Antiloco, incaricato da Menelao di portare ad Achille la notizia della morte dell’amico Patroclo, piange non appena ricevuto il compito e continua a farlo mentre riferisce il tragico evento. Achille, appresa la notizia, si dispera fortemente, si getta nella polvere, si cosparge il capo di cenere, grida, piange, singhiozza, invoca la morte, mentre Antiloco piangendo gli tiene le mani2. Sempre Achille piange ricordando l’amico Patroclo, ora steso su un fianco, ora supino, ora bocconi; poi si alza e va errando lungo la spiaggia, inconsolabile, e non riesce a trovare riposo, nemmeno grazie al Sonno, che tutto doma3.

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