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Primo incontro tra Amore e Psiche

C’erano una volta un re e una regina, che avevano tre figlie di notevole bellezza. La più piccola in particolare, Psiche, era così bella che la gente veniva da ogni parte per contemplarla. La credevano Venere in persona, tanto che iniziarono a tributare a Psiche gli onori dovuti alla dea. Venere allora si volle vendicare: mostrata la vergine al figlio Cupido, gli chiese di far sì che fosse preda di una bruciante passione per il più spregevole degli uomini. Nel frattempo, Psiche è lontana dal dirsi felice: è venerata da tutti, ma nessuno la chiede in sposa. Il padre prega allora Apollo perché conceda un marito alla figlia. Il dio di Delo dà il responso: Psiche va lasciata sulla cima di un monte, dove verrà a prenderla lo sposo predestinato, non uno di stirpe mortale, ma un mostro crudele, feroce e velenoso. Nessuno immagina che il mostro misterioso è in realtà il divino Amore, infatuatosi a prima vista della bellissima fanciulla e intenzionato a prenderla in moglie1.

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nascita_apollo

Incinta di Apollo, Leto viaggia attraverso la Grecia alla ricerca di un luogo che accetti di ospitare il parto ormai prossimo del figlio che la dea ha generato con Zeus. I diversi siti visitati si rifiutano tuttavia di accoglierla per timore del dio possente che sta per nascere (nelle fonti posteriori, questo rifiuto sarà collegato alla collera di Era, la sposa di Zeus). Solo l’isola di Delo accetta di ospitare lo straordinario evento, abilitandosi così a divenire uno dei centri principali del culto di Apollo. Quando Ilizia, divinità preposta al parto, lasciato l’Olimpo dove era trattenuta da Era, raggiunge infine Delo, il travaglio prolungato di Leto ha termine e Apollo viene di slancio alla luce. Accolto da un corteo di nobili dee che lo purificano e gli danno nutrimento da immortale, il dio appena nato assurge all’istante alla pienezza delle sue forze e dei suoi poteri, e infatti dichiara: «Siano miei privilegi la cetra e l’arco ricurvo; inoltre io rivelerò agli uomini l’immutabile volere di Zeus»1.

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Purificazione di Delo

Nell’inverno del 426/5 a.C. gli Ateniesi, seguendo un oracolo, purificarono Delo: le tombe furono trasferite e si vietò che sull’isola da quel momento si praticassero sepolture o si avessero parti1. Dai tempi di Teseo, Atene mandava ogni anno a Delo la nave Paralo e, fino a quando non fosse ritornata, un’antica legge imponeva che la città si mantenesse pura, evitando le esecuzioni capitali2.

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Aconzio, la mela e Cidippe

Il giovane Aconzio incontra a Delo la bella Cidippe, di cui s’innamora perdutamente. Mentre la fanciulla sta compiendo un sacrificio ad Artemide, egli scrive su una mela un giuramento di matrimonio. Cidippe, ignara, raccoglie il frutto e recita il giuramento, legandosi per sempre al giovane, alla presenza di Artemide. Il padre di Cidippe prepara altre nozze per la figlia, ma per tre volte, a ogni tentativo di fidanzamento, la giovane si ammala gravemente del male chiamato “sacro”. Venuto a sapere del giuramento che lega la figlia ad Aconzio, il padre acconsente al matrimonio con quest’ultimo1.

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