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Cadmo e l’introduzione dell’alfabeto in Grecia

Secondo lo storico di Alicarnasso1, sotto la guida di Cadmo i Fenici si sarebbero stabiliti in Beozia portando con sé dalla loro terra natia «molti insegnamenti di diversa natura», comprese le lettere dell’alfabeto che, fino a quel momento, i Greci non conoscevano: gli Ioni, vale a dire la popolazione greca che in quel momento viveva nella regione beota, furono i primi a servirsi delle lettere fenicie, cambiandone successivamente sia i suoni che l’ordine. Lo stesso Erodoto dichiara di aver visto di persona a Tebe, la principale città della Beozia, incise su tre tripodi, alcune antichissime lettere “cadmee”, che egli attribuisce al tempo degli altrettanto mitici discendenti di Cadmo (Labdaco, Laio, Edipo, Eteocle ecc.). In un secondo tempo, gli Ioni si spostarono dall’altra parte dell’Egeo, nelle coste dell’Asia minore – che presero per l’appunto il nome di Ionia. Gli storici originari di quella regione (soprattutto il più famoso predecessore di Erodoto, Ecateo di Mileto) apportarono una sostanziale modifica alla tradizione che sarebbe stata difesa da Erodoto, attribuendo l’introduzione dell’alfabeto non a Cadmo, ma a Danao, il leggendario re dell’Egitto.

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Creso e il mulo: interpretare l’oracolo di Apollo

La Pizia gli diede questo responso: «Quando un mulo diventerà re dei Medi, allora, o uomo della Lidia dai piedi delicati, sarà meglio per te fuggire lungo il fiume Ermo pieno di ciottoli, senza fermarti, senza vergognarti d’essere un vigliacco». Anziché insospettirsi davanti a una simile risposta, tanto chiara all’apparenza quanto palesemente assurda, il re scelse la strada più semplice: preferì interpretarla alla lettera, per mettersi l’animo in pace. Così facendo, però, Creso non comprese che Apollo aveva parlato in senso metaforico: il termine "mulo" non andava inteso in senso letterale, vale a dire come un animale nato dall’unione di un asino con una cavalla, ma come l’equivalente di "uomo nato da due genitori molto diversi" (nel caso specifico, da un padre umile e da una madre nobile). Come spiega più avanti lo stesso Erodoto, il "mulo" in questione era Ciro, il futuro re dei Persiani: sua madre era una donna meda di stirpe nobile (figlia di Astiage, re dei Medi), mentre suo padre era un semplice cittadino persiano (e, in quel momento, i Persiani erano sottomessi ai Medi) .

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