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Creso e il mulo: interpretare l’oracolo di Apollo

La Pizia gli diede questo responso: «Quando un mulo diventerà re dei Medi, allora, o uomo della Lidia dai piedi delicati, sarà meglio per te fuggire lungo il fiume Ermo pieno di ciottoli, senza fermarti, senza vergognarti d’essere un vigliacco». Anziché insospettirsi davanti a una simile risposta, tanto chiara all’apparenza quanto palesemente assurda, il re scelse la strada più semplice: preferì interpretarla alla lettera, per mettersi l’animo in pace. Così facendo, però, Creso non comprese che Apollo aveva parlato in senso metaforico: il termine "mulo" non andava inteso in senso letterale, vale a dire come un animale nato dall’unione di un asino con una cavalla, ma come l’equivalente di "uomo nato da due genitori molto diversi" (nel caso specifico, da un padre umile e da una madre nobile). Come spiega più avanti lo stesso Erodoto, il "mulo" in questione era Ciro, il futuro re dei Persiani: sua madre era una donna meda di stirpe nobile (figlia di Astiage, re dei Medi), mentre suo padre era un semplice cittadino persiano (e, in quel momento, i Persiani erano sottomessi ai Medi) .

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