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Incesto tra Fauno e Fauna

Tra i molteplici aspetti della sua identità divina Fauno esprime anche quello di una sessualità onnivora e insofferente verso ogni limite; non stupisce dunque che avesse desiderato unirsi anche alla figlia Fauna. Quest’ultima però era nota per la sua ritrosia, al punto da evitare ogni contatto con gli uomini; persino il suo nome era ignoto a tutti, anzi pronunciarlo era vietato, ragione per cui era conosciuta semplicemente attraverso la perifrasi “Buona Dea”; oppone dunque una tenace resistenza alle pressioni paterne, anche quando il dio la colpisce con un bastone di legno di mirto o la costringe a ubriacarsi perché ceda al suo desiderio; Fauno si trasforma allora in serpente e solo così può unirsi con la figlia1.

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Fauno e Fauna, marito e moglie

Una diversa versione del mito faceva di Fauna non la figlia, ma la moglie del dio Fauno. Questa versione prevede una differente distribuzione dei medesimi elementi: lungi dall’essere una vergine di specchiata castità, Fauna è dedita al consumo clandestino di vino; per punirla il marito la uccide battendola con rami di mirto, salvo pentirsi successivamente della sua reazione e divinizzare la donna1. Per questo durante i riti della Bona Dea non si utilizza il mirto e il vino non viene chiamato con il suo nome.

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Fauna, il pudore e l’inaccessibilità della parola

Fauna, figlia di Fauno, un giorno desta l’irrefrenabile passione del padre; egli, dopo aver tentato di possederla in tutti i modi, anche facendola ubriacare, sempre respinto la sferza infine con una verga di mirto. In seguito, Fauno si trasforma in serpente e sotto questa forma riesce finalmente a unirsi con la figlia. Inoltre, a differenza del padre, Fauna è talmente pudica che non solo il suo nome non viene mai udito in pubblico, ma neppure vede mai un uomo o è vista da esso1.

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La morte di Fauna e il pentimento di Fauno

Alcuni sostengono che Fauna non era la figlia, bensì la moglie di Fauno. Raccontano che ella, essendosi ubriacata di nascosto, fu colpita a morte dal marito con verghe di mirto. Fauno in seguito si pentì tuttavia di questo atto violento e, non potendo più sopportare il rimpianto per la moglie perduta, stabilì che le fossero conferiti onori divini.

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