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Miti

L'oro e re Mida

Mida, figlio di Cibele, la Gran Madre degli dèi, era il re della Frigia. Un giorno, mentre Dioniso stava conducendo il suo esercito in India, l’anziano satiro Sileno, precettore del dio, decise di abbandonare la spedizione e si fermò da Mida, che lo ospitò in modo estremamente amichevole per dieci giorni e dieci notti. Per ricompensarlo dell’accoglienza riservata al suo precettore, Dioniso promise a Mida che gli avrebbe donato qualsiasi cosa avesse desiderato. Mida espresse allora questo desiderio: che tutto quello che toccava diventasse d’oro. Il dio esaudì il desiderio, ma, una volta tornato nella sua reggia, il re si accorse che anche i cibi che voleva mangiare e l’acqua che voleva bere diventavano d’oro, impedendogli così di sfamarsi e di dissetarsi. Così chiese a Dioniso di togliergli quel dono che sembrava così meraviglioso ma che era, nello stesso tempo, mortale. Il dio disse allora a Mida di fare un bagno nel fiume Pattolo: quando il re entrò nel fiume, perse il dono che aveva chiesto troppo incautamente e le acque nelle quali s’era bagnato acquistarono un colore dorato. Da quel giorno, il fiume Pattolo fu chiamato anche Chrysorroas ("dalle correnti d’oro").

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Eracle e il banchetto di Folo

Prima di affrontare la quarta delle sue dodici fatiche, la cattura del cinghiale di Erimanto, Eracle venne ospitato nella sua dimora dal Centauro Folo, figlio di Sileno, che lo invitò a cena servendo all’eroe carni cotte, mentre lui le mangiava crude. Quando Eracle gli chiese un po’di vino, Folo rispose che possedeva un orcio di vino che condivideva con gli altri Centauri, ma che non osava aprirlo. Eracle gli disse di non aver paura; convinto dalle parole dell’eroe, Folo decise allora di aprire l’orcio. Gravi furono le conseguenze di questa azione: attratti dal profumo del vino, i Centauri si presentarono davanti alla caverna di Folo armati di tutto punto; la lotta furibonda che si scatenò tra Eracle e le creature mostruose si concluse con la fuga dei Centauri, sconfitti dalla forza divina dell’eroe1.

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