Risultati ricerca

Ricerca per tag: "poesia"

Miti

Penelope e gli spazi della casa

Le stesse parole di Ettore vengono pronunciate nell’Odissea da Telemaco alla madre Penelope quando, scendendo dalle stanze del gineceo e entrata nella sala degli uomini, ella chiede al cantore Femio di cambiare il suo canto sul ritorno degli Achei e intonarne uno meno doloroso per lei, che ancora non ha visto il ritorno del marito Odisseo. Telemaco rimanda la madre a filare e tessere nelle sue stanze, e conclude «il canto sarà cura degli uomini, di tutti, io soprattutto, che nella casa ho il comando»1.

Leggi mito
Il poeta Arione salvato dal delfino

Arione originario di Metimna (sull’isola di Lesbo) era un famoso citaredo, che girava in tournée per il Mediterraneo. Da Corinto, dove era accolto alla corte del tiranno Periandro, era partito alla volta dell’Italia e della Sicilia per una serie di spettacoli. Vi aveva guadagnato parecchi soldi. Imbarcatosi poi su di una nave corinzia per ritornare in Grecia, fu vittima di un’imboscata da parte dell’equipaggio che, volendosi impossessare dei suoi denari, gli intimò di uccidersi o di gettarsi in mare. Egli disse che si sarebbe tuffato fra i flutti ma chiese di potersi esibire un’ultima volta. Acconsentirono: abbigliatosi come si addiceva a un performer di successo, si mise a suonare e cantare, mentre i marinai lo ascoltavano estasiati. Poi si gettò in mare, tutto agghindato com’era. Credendo che fosse morto, la ciurma fece vela verso Corinto per godersi il frutto della rapina. Ma Arione si era salvato, nonostante fosse appesantito da tutto l’apparato che indossava, perché un delfino lo aveva preso in groppa e portato a nuoto fino a capo Tenaro. I briganti furono puniti mentre, per onorare il delfino e ricordare il prodigioso salvataggio, Arione fece erigere a capo Tenaro una statua in bronzo raffigurante un uomo sulla groppa di un delfino1. Secondo una versione assai più dettagliata dei fatti, il poeta – per la fretta di tornare a Corinto – non aveva risospinto in mare l’animale il quale era quindi morto sulla riva: il tiranno, saputo l’accaduto, aveva allora ordinato di erigergli una tomba e aveva convocato i marinai briganti proprio in quel luogo, facendoli giurare «per i mani del delfino» ([lq:per delphini manes) che Arione era morto. A quel punto, il poeta era uscito dal sepolcro, sbugiardandoli. Mentre i delinquenti furono crucifissi in loco, il delfino ebbe addirittura l’onore di essere trasformato in costellazione dagli dèi2.

Leggi mito
Orfeo contro Cerbero

Giunto alle soglie dell'Ade, il poeta non si lascia intimorire dalla voce del cane che abbaia fiamme, e sostiene, coni il suo sguardo, lo sguardo infuocato della bestia che semina terrore con le sue tre teste. Superato Cerbero, il poeta arriva al cospetto dei sovrani dell'Ade e li commuove cantando e suonando la sua lira, convincendoli così a restituire il respiro e la vita alla sua donna1.

Leggi mito
Poesia e purificazione a Sparta

Nel VII secolo a.C. Sparta vive varie crisi ed è visitata e risollevata da due poeti-purificatori stranieri: Terpandro di Antissa fu chiamato da Lesbo, mentre la città era in preda a una lotta intestina, e con la sua musica pose fine alla discordia civile; da Creta, invece, fu chiamato Taleta di Gortina, che pure con la musica guarì la città da una terribile pestilenza1.

Leggi mito
Dioniso scende negli inferi

Nella commedia intitolata 1, rappresentata nel 405 a.C., Aristofane immagina che il dio Dioniso in persona, disperato per la mancanza di buoni poeti tragici, scenda negli inferi in compagnia del suo servitore, per riportare in vita Euripide, morto da poco. Per trovare la strada che conduce all’aldilà, il dio chiede consiglio a Eracle, che si era recato nell’Hades per compiere l’ultima delle sue fatiche, la cattura del mitico cane Cerbero, guardiano dell’oltretomba. Dopo alcune risposte scherzose, Eracle avvisa il dio che sarà necessario attraversare una vasta palude senza fondo, una distesa infinita di fango e sterco, nella quale sono immersi coloro che hanno commesso qualche grave infrazione, come ad esempio il tradimento di un ospite (Aristofane attinge qui probabilmente a una tradizione connessa ai misteri di Eleusi). In effetti, di lì a poco il dio sarà traghettato attraverso la palude dal nocchiero Caronte, mentre il suo servitore dovrà circumnavigarla … a piedi!2.

Leggi mito

Etichette

poesia

Link esterni

La ricerca non ha trovato nessun risultato.