Risultati ricerca

Ricerca per tag: "Acheronte"

Miti

Eracle contro Cerbero

Cerbero aveva tre teste di cane, la coda di serpente e sul dorso teste di serpenti di ogni tipo. Eracle chiese a Plutone di dargli Cerbero, e Plutone gli ordinò di portarlo via purché lo vincesse senza l’aiuto delle sue armi. Eracle trovò Cerbero alle porte dell’Acheronte; allora, chiuso nella sua corazza e coperto dalla pelle di leone, gli afferrò la testa con le mani e non smise di stringere con forza finché non ebbe sopraffatto la bestia, nonostante i morsi che gli infliggeva la coda di serpente. Dopo che ebbe mostrato Cerbero a Euristeo, Eracle lo riportò di nuovo nell’Ade1.

Leggi mito
Enea e la Sibilla placano Cerbero

Una volta traghettato al di là dell’Acheronte, Enea e la sua guida si imbattono in Cerbero, il cane a tre teste con i colli orlati di serpi, che con il suo latrato rintrona i regni infernali. Il cane ha dimensioni enormi e, accucciato, occupa l’intera ampiezza di un enorme antro sito nei pressi della riva. Non appena scorge l’eroe e la Sibilla, comincia ad abbaiare e i suoi colli serpigni si arruffano. A questo punto la profetessa getta nelle sue fauci un’offa di miele e farina. Il cane la afferra al volo e, subito dopo averla ingollata, si addormenta1.

Leggi mito
Il responso di Fauno a Latino: un destino straniero

Nell’era lontana dei primordi, il re Latino governava da tempo su città e terre serene. Per volere degli dei, non aveva prole maschile; gli restava solo una figlia, Lavinia, che oscuri prodigi gli impedivano di dare in sposa. Profondamente turbato da ciò, il buon re decise di ricorrere agli oracoli di Fauno, il suo fatidico padre, e si recò dunque a consultare i boschi sacri presso la fonte Albunea. Le genti italiche conoscevano un rituale antico per ottenere i responsi divini, che aveva luogo in un bosco nel cuore della notte: il sacerdote, dopo aver recato doni agli dei ed essersi disteso sulle pelli degli animali sacrificati, era raggiunto nel sonno da visioni che si agitavano in modi sorprendenti davanti ai suoi occhi e udiva le voci più diverse; ammesso a colloquio con gli dei, dialogava così con Acheronte nel profondo Averno. Latino seguì il rito. Sacrificate cento pecore lanute, stava sdraiato supino sulle loro pelli, quando all’improvviso giunse una voce dalle profondità del bosco: non tentasse di unire in matrimonio la figlia con un Latino; generi stranieri sarebbero arrivati, i cui discendenti avrebbero esteso il loro dominio sul mondo intero1.

Leggi mito

Etichette

Acheronte

Link esterni

La ricerca non ha trovato nessun risultato.