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Eracle e la veste avvelenata

Il giorno in cui Eracle salvò la sposa Deianira dalle insidie erotiche di Nesso, ferendolo a morte, innescò senza saperlo il principio della propria fine. Il Centauro diede alla donna i grumi del proprio sangue, facendoli passare per una pozione d’amore. Quando Eracle prese Iole come concubina, la sposa gelosa inviò al marito una veste intrisa del sangue velenoso. L’araldo Lica consegnò il dono nefasto ad Eracle ma la veste, una volta indossata, prese fuoco fino a corrodere il corpo dell’eroe. Eracle, prima di morire, afferrò Lica e lo scagliò verso il mare. Alcuni raccontano semplicemente che l’araldo morì schiantandosi contro un masso1; altri dicono che nel punto in cui cadde e sparì in mare nacque uno scoglio che fu chiamato Lica, altri ancora che a questo evento devono essere ricondotte le tre isole dette Licadi, antistanti le coste dell’Eubea2.

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Il sangue avvelenato di Nesso

In punto di morte, il Centauro confida a Deianira che, in caso di necessità, avrebbe potuto riconquistare l’amore del marito con un filtro d’amore fatto con il suo sangue e il seme sparso durante il tentativo di violenza carnale. In realtà si tratta di un veleno mortale, poiché il sangue di Nesso, colpito dalle frecce di Eracle intrise del sangue dell’Idra, è letale tanto quanto il veleno stesso. Deianira, ignara, immerge in questa mortale pozione le vesti di Eracle, che si attaccano al corpo dell’eroe dilaniandolo e portandolo alla morte1. Altri due Centauri muoiono a causa del sangue letale di cui sono intrise le frecce di Eracle: Chirone e Pilenore. Il primo, consapevole di non poter curare la propria ferita, si ritira in una grotta per morire, ma non può, poiché è immortale. Allora Prometeo, mortale, si offre di cedergli la sua mortalità2(vedi sez. IA.4; VIIIA.3). Il secondo, Pilenore, si reca al ruscello Anigro, dove cade la freccia. Da quel momento in poi il ruscello diviene avvelenato, dall’odore e dalle proprietà malefiche, e i pesci che vivono in esso diventano incommestibili3.

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Eracle avvelenato dalle vesti intrise di sangue

Eracle viene avvelenato dal sangue del Centauro Nesso, che aveva tentato di violentare Deianira ma era stato ucciso dall’eroe. In punto di morte Nesso, per vendicarsi del suo uccisore, aveva detto alla donna che il sangue raggrumato della sua ferita poteva essere un potente filtro d’amore. Sicché, quando l’eroe ritorna dalla presa di Ecalia portandosi una nuova compagna, Iole, Deianira intinge le vesti dell’eroe nel sangue del Centauro, che in realtà è un veleno potentissimo. Eracle urla di dolore, le vesti attaccate alla pelle gli corrodono il corpo straziandolo e facendogli desiderare la morte, finché il sonno gli dà una tregua momentanea1.

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