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Gli inferi regno del silenzio: la ninfa Lara

Giove si innamora follemente della ninfa Giuturna, la quale sfugge in ogni modo alle sue lusinghe. Un giorno, stanco delle umiliazioni cui l’amata lo sottopone, il dio raduna tutte le ninfe del Lazio e ordina loro di aiutarlo nell’impresa di possedere la ninfa. Acconsentono tutte tranne Lara, che aveva il grosso difetto di parlare troppo. Non solo avverte Giuturna delle intenzioni di Giove, ma riferisce tutto anche a Giunone. Giove, infuriato, le strappa la lingua e la affida a Mercurio perché la conduca agli inferi, luogo adatto ai silenziosi: da questo momento Lara sarà una ninfa della palude infera1.

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Giuturna, Lara e il castigo del silenzio

Un tempo Giove si innamorò di Giuturna, che però gli sfuggiva nascondendosi tra i boschi e nelle profondità dell’acqua. Il dio convocò allora le Ninfe del Lazio, chiedendo loro di bloccare la fanciulla sull’orlo del Tevere. Tutte obbedirono tranne Lara, che informò dell’accaduto non solo Giuturna ma anche Giunone. Per aver parlato oltre misura, il dio la punì strappandole la lingua e relegandola alla palude infera1. A Giuturna, invece, Giove conferì lo statuto di divinità dei fiumi e dei laghi2.

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Lara, Giuturna e la punizione del silenzio

Ai primordi della storia di Roma, Giove viene preso da un amore smodato per la bella ninfa Giuturna, la quale però gli sfugge continuamente. Giove convoca quindi tutte le ninfe del Lazio e parla loro: faceva male Giuturna a negarsi al padre degli dei; agissero dunque nell’interesse della sorella e la bloccassero, impedendole di immergersi nelle acque del fiume. Le ninfe acconsentono alla richiesta di Giove. Tutte tranne una, Lara, una chiacchierona. Molte volte suo padre, il fiume Almo, le aveva detto di tenere a freno la lingua, ma lei non gli dava ascolto. Anche in quella circostanza Lara non riesce a trattenersi: corre subito al lago di Giuturna, le dice di fuggire e le riferisce le parole di Giove; poi, non contenta, fa visita anche a Giunone e le rivela che il marito ama la ninfa Giuturna. Si adira moltissimo il padre degli dei e per punirla le strappa la lingua. Non pago della terribile punizione, ordina quindi a Mercurio di condurla nella palude infera, tra i silenziosi1.

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Lara e i Lari: nascita e metamorfosi di Tacita

Il messaggero degli dei si innamorò della bella ninfa durante il tragitto verso la palude infera e le usò violenza, mentre lei lo pregava disperatamente di non farlo con l’espressione del volto e tentava inutilmente di emettere parole con le labbra ormai mute. Lara rimase incinta e partorì due gemelli, i Lari, che proteggono i crocicchi di Roma e vigilano in eterno sulla città. Negli inferi, oltre che madre dei Lari, ella diviene anche la dea custode del silenzio, con il nome di Tacita o Muta1.

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