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Mutilazione Agamennone

Quando Agamennone torna da Troia, sua moglie Clitennestra, che è diventata l’amante di Egisto, lo accoglie a casa, ma già medita in cuore un piano funesto: mentre l’ignaro consorte è privo di difese, la donna lo colpisce mortalmente e lo disonora come un nemico, sottoponendolo all’orrida pratica del "mascalismo"1.

Riferimenti interni

Riferimento : D. Fermi, « La morte violenta » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 15-20.

Fonti
  1. Eschilo, Cho. 439-443; Sofocle, El. 442-445

Commento

Secondo Aristofane di Bisanzio (fr. 412 Slater), «coloro che uccidevano volontariamente qualcuno, per evitarne l’ira, tagliavano le sue estremità e, dopo averle legate in fila, le appendevano al collo e le facevano passare sotto le ascelle». Si tratta di una procedura chiamata maschalismós (da maschále « ascella »). La macabra collana che cinge il busto del defunto ha dunque la funzione di porre l’omicida al riparo dalla vendetta dell’ucciso.

Link esterni