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Fedra, Oreste e la follia

Fedra è colpita, per volere di Afrodite, da insana passione per il figliastro Ippolito, figlio del marito Teseo. La sua è follia d’amore, come la nutrice definisce il male della padrona e come lei stessa riconosce: è sconvolta dai pungoli d’amore, giace a letto pallida rifiutando il cibo, ha una dolorosa pesantezza alla testa e ha sete di pura acqua di fonte1. Oreste, il matricida perseguitato dalle Erinni, è a sua volta in preda alla follia: l’infelice giace in un letto, non si lava e non tocca cibo, è preso da amnesia, ha la bava alla bocca, i capelli sudici sugli occhi, non può stare fermo ma ha bisogno di cambiare spesso posizione, quando il male si assopisce balza dal letto e si mette a correre2.

Fonti
  1. Euripide, Hipp. 176 ss.
  2. Euripide, Or. 35-45; 211-234

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