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Efesto e le armi di Achille

Quando Teti giunse alla dimora di Efesto, interamente di bronzo, che egli si era costruito con le sue stesse mani, lo trovò che si aggirava tutto sudato tra i mantici mentre costruiva venti tripodi dotati di rotelline d’oro, perché potessero andare da soli sull’Olimpo e poi ritornare dopo essere stati usati. Si sedette su una sedia dalle borchie d’argento nell’attesa che il dio mettesse a posto tutti i suoi strumenti di lavoro, si pulisse il viso con una spugna e si mettesse addosso un mantello; poi gli raccontò il motivo che l’aveva spinta ad andarlo a trovare. Efesto la tranquillizzò e si mise subito all’opera: dopo aver ordinato ai mantici di soffiare, per attizzare il fuoco, il dio cominciò a lavorare i metalli preziosi (oro, argento, rame e stagno) colpendoli con il martello dopo averli distesi sull’incudine1.

Fonti
  1. Il. 18, 368 ss.

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