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Orazio Coclite e Clelia: il coraggio sul Tevere

Quando gli Etruschi di Porsenna marciarono su Roma, l’unico punto d’accesso alla città era costituito dal ponte Sublicio, sospeso sul Tevere. Orazio Coclite convinse allora i compagni, ormai in fuga verso l’altra riva, a distruggere il ponte. Il passaggio crollò, Orazio si gettò nel fiume, levò una preghiera al dio Tiberino e raggiunse incolume l’altra sponda. In seguito, l’impresa sarebbe stata replicata da Clelia, finita tra gli ostaggi di Porsenna. La ragazza, capeggiando un gruppo di vergini, si lanciò nell’acqua e superò indenne i mulinelli del Tevere, destando l’ammirazione del nemico e ottenendo l’onore di una statua1.

Fonti
  1. Livio, 2, 10, 11; 2, 13

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