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La vecchia mezzana

A un mugnaio era toccata in sorte la peggiore delle mogli, che tradiva il marito e attirava a sé con l’inganno tutti gli uomini. Ogni giorno era con lei una vecchia che faceva la ruffiana delle sue tresche e portava i messaggi agli amanti. Un giorno la vecchia, insoddisfatta del nuovo amante che la donna aveva per le mani, la ammonì: «Te lo avevo detto io che questo amante è pigro e pauroso! Basta che il tuo noioso marito aggrotti le sopracciglia, che lui si mette a tremare. Quanto è meglio Filesitero! Lui sì che è giovane, bello, infaticabile e capace di eludere le inutili precauzioni dei mariti». A questo punto la vecchia si mette a raccontare di come una volta Filesitero era riuscito con una brillante trovata a spegnere del tutto i sospetti di un marito che si credeva astuto e che invece finì per essere tradito e ingannato. Al sentire il racconto la moglie del mugnaio provò invidia per quella donna fortunata che aveva potuto godere di un amante così sicuro del fatto suo e si commiserava: «Io, poveretta, ne ho beccato uno che ha paura persino del rumore della macina!». Ma la vecchia ruffiana la rassicurò: «Tranquilla! Te lo convincerò io questo ragazzo così spigliato e te lo farò venire qui più veloce che per un mandato di comparizione!». E infatti così avvenne1.

Riferimenti interni

Riferimento : M Biancucci, « La giovinezza e la vecchiaia» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 30-38.

Fonti
  1. Apuleio, Met. 9, 15-22

Commento

Lo sguardo sprezzante cui a Roma è generalmente soggetta la vecchiaia delle donne si spiega anche col fatto che la maggiore libertà di movimento di cui godono rispetto alle giovani consente alle anziane di dedicarsi ad attività guardate con sospetto, come il mestiere di indovina o quello di mezzana.
La ruffiana del racconto
presenta una caratteristica che i Romani riconoscono alle
donne anziane, ovvero le doti affabulatorie.
Inoltre, alle donne in età
avanzata si attribuiva anche una particolare inclinazione al consumo
del vino; nessuno stupore se, oltre a essere una ruffiana,
capace di abbindolare con i suoi racconti, la vecchia di Apuleio
è anche una nota ubriacona (delira et temulenta anicula).

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