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La ferita di Cupido

Cupido, invaghitosi della bellissima Psiche, la porta nel suo palazzo e ne fa la sua sposa, ma le fa promettere di non cercare mai di scoprire la sua identità. Una notte però Psiche, spinta dal desiderio di conoscere l’aspetto del marito, lo illumina con una lampada. Mentre ne ammira le fattezze, dalla lucerna stilla una goccia di olio bollente che cade sulla spalla destra del giovane. Cupido sobbalza e fugge via stizzito, rifugiandosi nel palazzo di Venere sua madre. Intanto, un gabbiano avverte la dea che Cupido giace in un precario stato di salute, sofferente per il forte dolore. Venere corre allora dal figlio, lo rimprovera per le sue intemperanze e lo rinchiude in una stanza, perché non faccia peggiorare la ferita con la sua sfrenata lussuria. Ma una volta che la ferita si cicatrizza, Cupido, non sopportando più la lontananza dalla sua Psiche, vola via dalla finestra, poiché le sue ali si sono rinvigorite grazie a quel lungo riposo1.

Fonti
  1. Apuleio, Met. 4, 32-6, 21

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