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Demetra addenta Pelope

Per mettere alla prova l’onniscienza degli dèi, Tantalo uccise il figlio Pelope, lo fece a pezzi, lo cucinò in un calderone e lo diede da mangiare agli dèi. Zeus si accorse dell’inganno, ma non fece in tempo a impedire che Demetra, turbata per la scomparsa di sua figlia Persefone, che era stata rapita da Ade, ne mangiasse un pezzo corrispondente alla spalla. Per porvi rimedio, Zeus ordinò che il corpo di Pelope fosse ricomposto nella pentola nella quale era stato cotto e fece sostituire la spalla originale, ormai incautamente divorata da Demetra, con una spalla d’avorio. Per aver cercato di ingannare gli dèi, Tantalo fu condannato per l’eternità a non poter mai soddisfare né la fame né la sete: sprofondato nelle profondità del Tartaro, era immerso in uno stagno fino al mento (ma l’acqua si ritirava tutte le volte che Tantalo si chinava per berla) sotto le chiome di alberi cariche di frutti dolcissimi (ma i rami si alzavano tutte le volte che Tantalo cercava di afferrarli).

Fonti

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