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Odisseo e il rito necromantico

Odisseo, ottenuto il consenso per il ritorno a casa dalla maga Circe, viene avvertito dalla stessa dea che prima di volgere la prua verso Itaca dovrà consultare l’anima dell’indovino Tiresia nel mondo dei morti e che lì dovrà compiere uno speciale rito. Giunto al fiume Oceano, l’eroe scava una fossa e versa la libagione dei morti, invoca le anime, quindi offre in sacrificio una pecora e un montone. Il sangue degli animali sgozzati richiama immediatamente le anime dal sottosuolo: esse si accalcano emettendo grida raccapriccianti, assetate di sangue, ma Odisseo bada a che non ne bevano prima dell’apparizione di Tiresia. L’indovino per primo beve il sangue, quindi gli predice il futuro e gli indica la via del ritorno fino all’ultimo viaggio. Gli dice infine che i morti che berranno il sangue gli diranno cose vere. Grazie a questo rito, l’eroe può così parlare con i morti e ascoltare le loro parole1.

Fonti
  1. Od. 10, 507-540; 11

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