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Il coraggio di Clelia

Tra gli ostaggi di Porsenna vi erano anche ragazze di nobili famiglie romane. Una di queste, Clelia, ebbe l'ardire di scappare, insieme alle sue compagne, attraversando a nuoto il Tevere, mentre i nemici le scagliavano contro una fitta pioggia di dardi. Porsenna in un primo momento chiese la restituzione di Clelia, poi iniziò a provare ammirazione per il coraggio della fanciulla e fece sapere ai Romani che, se avessero consegnato l’ostaggio, lo avrebbe rimandato illeso. In segno di rispetto della parola data i Romani cedettero Clelia a Porsenna, che non solo ne lodò il comportamento, ma le concesse la metà degli ostaggi. Anche i Romani apprezzarono l’impresa di Clelia e premiarono il suo coraggio con un nuovo genere di onore, una statua equestre sulla via Sacra1.

Riferimenti interni

Riferimento : M. Biancucci, « La giovinezza e la vecchiaia» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 30-38.

Fonti
  1. Livio, 2, 13

Commento

Il racconto esalta il coraggio di Clelia, inconsueto in una donna, ma anche la sua estraneità all’universo dei valori maschili : la sua fuga dell’ostaggio dal campo nemico avrebbe, nel codice bellico maschile, una valenza negativa.
L’insolito coraggio
di Clelia tuttavia suscita ammirazione da parte di entrambi i contendenti e la ragazza riceve un onore tanto inusuale quanto inatteso era stato il suo gesto : una statua equestre, normalmente tributata al guerriero vittorioso.

Link esterni