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Nascita di Antonino Diadumeno

Talora accade che i neonati siano contrassegnati da un berretto naturale che le ostetriche sono pronte a rubare per venderlo agli avvocati creduloni. Pare, infatti, che gli uomini di legge ne traggano giovamento. A questo bambino accadde però una cosa singolare: al posto del berretto aveva un diadema sottile, ma così forte che non si riusciva a romperlo perché tenuto assieme da nervi che sembravano quelli che tendono gli archi. Per questa ragione il bambino fu chiamato Diademato, ma, una volta cresciuto, ricevette il nome dell’avo materno, Diadumeno, che non è poi così lontano da quel segno del diadema1.

Riferimenti interni

Riferimento : M. Biancucci, « Nascita » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 27-30.

Fonti
  1. Lampridio, Anton. Diadum. 4, 2

Commento

Per i Romani il giorno della nascita (dies natalis) determina un aspetto importante della personalità del soggetto. Molti personaggi del mito vengono concepiti e/o nascono in circostanze speciali di cui talora portano il ricordo nel nome loro assegnato.
A Roma la nascita ha un valore divinatorio sul futuro del neonato in questione. Antonino nasce, come si dice oggi, «con la camicia», ossia una membrana che avvolge il capo di alcuni neonati e che viene ritenuta un segno di buona sorte. Nel caso di Antonino, tuttavia, questa specie di copricapo (che i Romani chiamavano pilleus) assume la forma di un diadema, esplicito segnale del futuro regale che attende il fortunato bambino.

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