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Uccisione di Pelia

Rientrato in patria, Giasone consegna allo zio Pelia il vello d’oro conquistato grazie all’aiuto di Medea, che accompagna in Grecia l’eroe vittorioso. Lo zio usurpatore, nel frattempo, per timore di perdere la sovranità, ha sterminato tutta la famiglia di Giasone, il quale medita vendetta e istiga Medea a far pagare il fio a Pelia. La donna chiede allora alle Peliadi di tagliare a pezzi il padre e poi di metterlo a bollire, promettendo che, per mezzo di filtri, lo renderà giovane. Le ragazze si lasciano convincere quando Medea, davanti ai loro occhi, getta nel calderone un montone squartato e ne fa uscire un agnello. Le Peliadi ripetono la procedura e il vecchio padre muore1. Secondo un’altra tradizione, prima dell’immersione nel calderone Medea incita le figlie a dissanguare il padre dormiente, con l’intento di eliminare il sangue vecchio dalle vene e poi sostituirlo con sangue giovane2. In una versione ancora diversa la maga si traveste da vecchia, poi si presenta con un simulacro di Artemide, dichiarando che è la dea in persona, desiderosa di insediarsi in città ed essere qui onorata, a ordinare il ringiovanimento di Pelia. Per corroborare la richiesta, lava il proprio corpo con acqua pura, in modo da riacquistare l’originaria forma di fanciulla. A questo punto, il vecchio usurpatore è convinto a sottoporsi al rituale. Nella notte, Medea vince la resistenza delle Peliadi con la prova del caprone, estraendo dal calderone un finto agnello3.

Riferimenti interni

Riferimento : D. Fermi, « La giovinezza e la vecchiaia » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 9-15.

Fonti
  1. Apollodoro, Bibl. 1, 9, 27; Pausania, 8, 11, 2 s.; scolio a Euripide, Med. 9; Nicola Damasceno, 90 F 54 Jacoby; Igino, Fab. 24
  2. Ovidio, Met. 7, 297 ss.
  3. Diodoro Siculo, 4, 51, 5-52, 3

Commento

Le pratiche magiche occupano una posizione di rilievo nei racconti di ringiovanimento (cfr. il ringiovanimento di Esone).
Riguardo alla procedura praticata da Medea, il sottoporre il corpo a una fonte di calore richiama anzitutto l’esposizione al fuoco effettuata per rendere immortale un bambino (cfr. Demetra con il piccolo Demofoonte), con la differenza che negli episodi di ringiovanimento il contatto con la viva fiamma è sostituito dalla bollitura.
Il racconto riflette una rappresentazione molto comune della vecchiaia, concepita come stato deteriore del fisico che, alla maniera di una patina, ricopre e imprigiona il corpo, deformando l’originaria condizione. In virtú di tali caratteristiche, mediante il calore la vecchiaia può essere «grattata via» dal corpo.
La bollitura di Pelia fa inoltre riferimento alla teoria secondo la quale il corpo dei vecchi diventa sempre più secco, a causa del prosciugamento dei fluidi vitali, e sempre più freddo per il venir meno del calore tipico dell’età giovanile.

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