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Notte e Giorno come cicli del tempo

Questa concezione sembra essere sottesa alla generazione di Notte da Caos, che fu la prima entità esistente, e quindi di Giorno da Notte, unitasi con il fratello Erebo: Notte e Giorno non sono altro che due rappresentazioni del tempo in una delle sue basilari sequenze cicliche, ossia nell’alternanza giornaliera di oscurità e luce. E lo stesso può dirsi delle Ore (approssimabili alle stagioni), figlie di Zeus e Temi, che scandivano i ritmi delle opere degli uomini1. Secondo un’altra tradizione documentata nell’Eroico di Filostrato2, stagioni, mesi e anni potevano anche ridursi a pure convenzioni, scaturite dalla creatività di un inventore non divino, come il geniale Palamede: inventore delle lettere dell’alfabeto e, dunque, promotore di quel processo di “denominazione” che comportava la identificazione – cioè creazione – delle cose .

Fonti
  1. Esiodo, Th. 116-125; 901-903
  2. 33, 1

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