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Demetra nutrice divina

Demetra arriva a Eleusi e, nelle false sembianze di una vecchia, viene accolta nel palazzo dei sovrani Celeo e Metanira. Qui la donna è incaricata di allevare Demofonte, figlio ultimogenito della coppia, finché questi non abbia raggiunto la piena giovinezza. Per sdebitarsi della benevola accoglienza, la dea riserva cure speciali al piccolo: non somministra alcun cibo né latte materno; di giorno, unge con ambrosia il suo corpo e vi soffia sopra, mentre durante la notte lo immerge completamente nel fuoco. Grazie a queste operazioni il bambino cresce simile nell’aspetto agli dèi, e se la pratica fosse proseguita sarebbe diventato immune dalla vecchiaia e immortale. Una notte, però, Metanira decide di spiare l’operato della nutrice. Impaurita alla vista del figlio immerso nel fuoco, con un grido interrompe il rituale, che risulta in tale modo vanificato: Demofonte non potrà più sfuggire al destino di morte1. Secondo una diversa versione, il bambino non sopravvive: Demetra, udendo l’urlo di Metanira, lo lascia cadere nel fuoco e Demofonte muore bruciato dalle fiamme2, oppure la dea, in preda alla collera, uccide volontariamente il piccolo di propria mano3.

Riferimenti interni

Riferimento : D. Fermi, « Esperimenti contro la morte » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 20-26.

Fonti
  1. Hymn. hom. in Cer. 219 ss.
  2. Apollodoro, Bibl. 1, 5, 1; P. Berol. 44, 100 ss.
  3. II Mitografo Vaticano, 96 ss.

Commento

Il tentativo di conferire l’immortalità nonché l’eterna giovinezza presenta in questo mito caratteristiche peculiari. Il soggetto che vi è sottoposto è un bambino non comune: l’unico maschio di Celeo e Metanira, nato tardi e dopo ripetute preghiere della madre.
In secondo luogo, artefice dell’esperimento è una dea in persona, personaggio più che mai titolato a garantire la felice riuscita dell’operazione.
Il rituale praticato da Demetra è scandito da una serie di azioni volte a separare il bambino dagli elementi della sfera mortale per accostarlo a quelli della sfera divina. Da una parte, la dea lo esclude dal latte materno e dalle altre forme di nutrimento di norma somministrate agli esseri umani, dall’altra ne favorisce il contatto con elementi divini quali l’ambrosia, il soffio e il suo proprio latte. L’alimentazione assume dunque ruolo di primo piano nel definire l’identità mortale o immortale del bambino.
Infine, Demetra ricorre al mezzo dell’esposizione al fuoco. Il rituale viene praticato di notte e in segreto, in uno scenario che ricorda i rituali magici.
Il mito esplora anche il tema dell’umano che spia ciò che non è lecito vedere, incorrendo nella collera e nella punizione divina.

Link esterni