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Morte di Lauso

Già le Parche tessevano gli ultimi fili per il giovane Lauso, mentre Enea affondava la sua valente spada in pieno petto al ragazzo: in un istante la sua tunica si riempì di sangue e la vita fuggì triste all’aldilà. Ma appena Enea vede quel giovane volto assumere il pallore della morte, lo compiange profondamente: «Cosa potrò concederti che sia degno di un’indole così valente? Terrai le armi di cui andasti tanto fiero e ti restituirò ai tuoi. Ma una cosa sola consolerà la tua infelice morte: cadi per mano del grande Enea»1.

Riferimenti interni

Riferimento : M. Biancucci, « La morte» in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 38-43.

Fonti
  1. Virgilio, Aen. 10, 815-830

Commento

Le morti piú tristi sono
proprio quelle che colgono i bambini ancora in fasce o i ragazzi,
perché nutrono ancora tante speranze per il futuro.
La morte di Lauso rispetta la rappresentazione canonica della morte precoce: il turbamento prodotto da una fine prematura si concretizza nell’immagine della vita che vola via triste.

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