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Palamede e le lettere scoperte dalle Muse

Tra i grandi inventori del mito Palamede occupa di sicuro una posizione di primo piano. Molte sono le invenzioni che gli vengono attribuite: la divisione del tempo (i mesi, le stagioni, gli anni) ; la ripartizione dei tre pasti della giornata; i pesi e le misure; i gradi dell’esercito; il denaro; i giochi (in particolare, gli scacchi); e soprattutto, le lettere dell’alfabeto. Al riguardo, esiste una storia curiosa. Un giorno, mentre i principi achei erano riuniti in assemblea, uno stormo di gru attraversò il cielo, disposto nella sua forma consueta a triangolo, quasi a mostrare la lettera dell’alfabeto nota come delta. Allora Odisseo (che detestava Palamede, per una lunga serie di motivi – tanto che in seguito fu il responsabile della sua morte) gli disse: «Vedi? Con la particolare figura che compongono quando volano, le gru sono la palese dimostrazione che sono state loro, e non tu, a inventare le lettere!». Ma senza scomporsi Palamede gli rispose così: «Odisseo, è vero quello che dici: non sono stato io a scoprire le lettere, sono state loro a scoprire me. Giacevano da tanto tempo inutili nella dimora delle nove Muse: avevano bisogno di uno uomo saggio, di uno uomo come me, che le portasse alla luce. Ed è proprio per questo motivo che, dopo avermi scoperto, mi hanno chiesto di diffonderle. Lo sanno tutti che la divinità si serve di uomini saggi per portare alla luce questo tipo di cose».

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