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Mutilazione Apsirto

Dalla Colchide invece ritorna Giasone, il capo degli Argonauti, con Medea al seguito, che lo ha aiutato nella conquista del famoso vello. Eeta, il padre della maga, manda all’inseguimento un contingente di Colchi guidati dal figlio Apsirto. A un certo punto i Colchi occupano tutte le isole illiriche, mentre i Greci si stabiliscono in una delle due Brigie, sacre ad Artemide. Medea, fingendo di essere stata costretta alla fuga e di voler tornare a casa, nella notte attira il fratello presso il tempio artemideo, dove Giasone gli tende un’imboscata: l’argonauta uccide Apsirto, mozza le estremità del cadavere, poi lecca per tre volte il sangue e lo sputa, infine nasconde sotto terra il morto1.

Riferimenti interni

Riferimento : D. Fermi, « La morte violenta » in Bettini M. (a cura di), Il sapere mitico, Torino, 2021, pp. 15-20.

Fonti
  1. Apollonio Rodio, 4, 329-338, 415-481; Ferecide, 3 F 32 Jacoby; Apollodoro, Bibl. 1, 9, 24

Commento

L’uccisione, specie se avviene a tradimento, può richiedere un potente rituale di purificazione. Elementi magici quali lo sputo apotropaico e la triplice ripetizione dell’atto si combinano con un codice simbolico in base al quale l’omicida, prigioniero dell'influsso malefico generato dal sangue versato nel delitto commesso, si purifica entrando in intimo contatto con nuovo sangue versato – una procedura religiosa che suscitava il sarcasmo di un intellettuale come Eraclito (« Si purificano dal sangue macchiandosi di altro sangue : come se uno macchiato di fango si lavasse col fango »).

Link esterni